Criteri di discernimento
La comunità FAM, pur avendo il desiderio di accogliere e di aiutare ogni confratello sacerdote che lo chiede, tuttavia è consapevole che in alcune situazioni è più conveniente consigliare altre strutture più specializzate. Possono essere accolti presbiteri che:
Abbiano ricevuto il benestare del loro Ordinario.
Siano autosufficienti: non abbiano patologie fisiche gravi ed invalidanti.
Non siano affetti da disturbi gravi: psicosi conclamate, alcolismo cronico, alcuni disturbi gravi di personalità (sociopatia), pericolo di violenza e di autolesionismo e quanto altro richieda strutture più specializzate con un tipo di sorveglianza e con altri criteri di sicurezza. Per queste problematiche la comunità FAM offrirà gli opportuni riferimenti.
Abbiano preso visione del regolamento e del programma e ne abbiano accettato, per iscritto, i termini dell'accoglienza. La manifestazione della volontà del sacerdote di entrare nella comunità è un requisito indispensabile per l'ammissione; qualora essa fosse assente, infatti, il soggiorno nella struttura potrebbe rivelarsi del tutto inefficace e deleterio.
Le persone accolte, chi sono?
Presbiteri con un livello di
organizzazione (o funzionamento) nevrotico, borderline e psicotico in fase di
compenso. Non ci occupiamo di presbiteri con dipendenza da alcool o con un livello evolutivo di
organizzazione psicotico in fase di scompenso.
Un periodo di prova
Il sacerdote accolto trascorrerà un congruo periodo di prova nella comunità religiosa per prendere contatto con l'ambiente e confrontarsi con i responsabili della comunità, in modo che la scelta della permanenza avvenga con serena consapevolezza.
Questo periodo iniziale (da 1 a 3 mesi) può garantire:
a. nei responsabili della comunità: la possibilità di conoscere il presbitero e rendersi conto se è opportuno che faccia un'esperienza residenziale nella comunità FAM; se si debba invece ricercare una struttura di accoglienza più confacente alle problematiche emerse; e se – infine – il presbitero possa essere accompagnato laddove vive ed esercita il suo ministero.
In questo periodo di avvio del percorso è importante concordare con l'interessato un impegno (un contratto) che chiarisca le modalità della permanenza, il cammino spirituale, formativo e terapeutico.
b. per la persona interessata: questo periodo di prova è indispensabile per conoscere l'ambiente, prendere contatto con il programma proposto e decidere di sottoscrivere l'impegno (contratto).
Come conseguenza naturale dell'impegno assunto il presbitero è tenuto a collaborare con l'équipe di aiuto. Dall'esperienza acquisita, l'equipe ritiene che l'efficacia del servizio dipende dalla qualità del coinvolgimento e dall'autenticità della collaborazione.